Dinamizzazione omeopatica Dinamizzazione omeopatica. La dinamizzazione omeopatica è più nota della circolazione spagyrica, perché l' omeopatia ne fa un grande uso. La dinamizzazione non è una semplice separazione, come dicono, ma un potenziamento. Con la dinamizzazione, la potenza terapeutica è deliberatamente quasi immateriale. La sostanza materiale, quanto più è diluita, tanto più diviene energica. Ci sono in effetti due tipi di dinamizzazione: decimale e centesimale. Dinamizzazione decimale. In un fiasco di vetro, di 100 ml, ben lavato con l'acqua distillata, versate 90 ml di alcool a 30° diluito con l'acqua distillata. Con una siringa graduata, bene lavata con l'acqua distillata, rimuovere 10 ml della tintura dal fiasco madre (TM), e versarli nel fiasco con l’alcool a 30°. Chiudete il fiasco e scuotetelo verticalmente con energia, per almeno 100 volte. Oppure potete versare abbondantemente in un fiasco più piccolo ben lavato, 90 gocce di alcool e 10 di TM. Scuotete come precedentemente, almeno 100 volte. Avrete così, le prime dinamizzazioni, o D1. Versate abbondantemente in un altro fiasco ben lavato con acqua distillata, più di 90 ml di alcool a 30 o. Versatelo in 10 ml di D1. Agitate verticalmente 100 volte. Avrete ora una dinamizzazione D2. Ripetete sempre lo stesso processo, fino a quando non ottenete la dinamizzazione che vi serve. Nella dinamizzazione centesimale, il processo è simile. Invece di versare 90ml di alcool, versare 99 ml con 1 ml di TM o 99 gocce di alcool e 1 di TM. Alla fine della prima dinamizzazione, avrete un C1 o un CH1 e quindi, successivamente, un C2. Tratto da wikipedia “L'omeopatia (dal greco ὅμοιος, òmoios, «simile» e πάθος, pàthos, «sofferenza») è una pratica pseudoscientifica di medicina alternativa basata sul "principio di similitudine del farmaco" (similia similibus curantur, letteralmente: "i simili si curano coi simili"[1]) formulato dal medico tedesco Samuel Hahnemann nella prima metà del XIX secolo. Si tratta di un concetto privo di fondamento scientifico[2], secondo il quale il rimedio appropriato per una determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata[2][3]. Tale sostanza, detta anche "principio omeopatico", una volta individuata viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita e "dinamizzata"; la misura della diluizione è definita dagli omeopati "potenza".[4]